Chi deve pagare i debiti tributari del defunto?

Finché non si accetta l’eredità (espressamente o tacitamente) il chiamato all’ eredità può non pagare il debito del defunto.

Nel caso sia deceduto un tuo parente e non hai accettato l’eredità devi sapere che potresti anche non pagare il debito tributario. Anzi, con la rinuncia all’ eredità nessuno potrà chiederti il pagamento dei debiti del defunto ma, se ancora non hai accettato l’eredità o non hai espressamente rinunciato devi sapere alcune cose prima di prendere una decisione.

In primo luogo è opportuno fare un check-up tributario a nome del defunto così da capire se accettare l’eredità è conveniente o meno.

Alle volte i debiti del defunto sono superiori a quanto lo stesso possedeva in vita. In questo caso è meglio rinunciare altrimenti dovresti pagare con il tuo patrimonio i debiti del defunto.

Se è deceduto un tuo parente e ancora non hai deciso se accettare o meno l’eredità potresti, nel frattempo, ricevere la notifica di qualche richiesta di pagamento per conto suo. La legge dice che, fino a quando non dichiari se accettare o meno l’eredità, non sei tenuto a rispondere dei debiti del defunto. Pertanto, potresti anche ignorare qualsiasi lettera pervenuta al tuo indirizzo o a quello del defunto. Ma cosa succede se dovessi ricevere una cartella esattoriale a nome di quest’ultimo? Si può rinunciare all’eredità dopo aver ricevuto una cartella esattoriale?

Richieste di pagamento dopo la morte a chi vanno inviate ?

I creditori del defunto possono inoltrare le richieste di pagamento, entro un anno dal decesso, all’ultimo indirizzo di residenza del debitore, intestando la lettera genericamente ai suoi eredi.

L’art. 477, co. 2 c.p.c.. prevede che “Entro un anno dalla morte, la notificazione può farsi agli eredi collettivamente e impersonalmente, nell’ultimo domicilio del defunto”.

Sull’ atto notificato dovrà esserci scritto: «Eredi del sig. Tizio Bianchi, presso via… ».

Passato l’anno dalla morte, tutte le richieste di pagamento devono essere indirizzate al domicilio dei singoli eredi o, nel caso non sia stata accettata l’eredità, dei chiamati all’eredità.

Come si potrà comprendere, passato l’anno dalla morte, il recupero del credito anche da parte del fisco diventa più difficile poiché andranno inviate tante lettere per quanti sono gli eredi, atteso che ciascuno di questi risponde solo di una quota del debito pari alla sua quota di eredità.

I casi pratici di notifica cartelle a nome del defunto.

Analizziamo i casi pratici nel caso vengano notificate cartelle o lettere a nome del defunto:

  • Lettera indirizzata al defunto personalmente

Gli eredi non possono ritirarla in quanto non indirizzata a loro. La lettera si considera come mai spedita poiché il defunto non è più un soggetto esistente.

  • Lettera indirizzata agli eredi nell’ultimo domicilio del defunto entro un anno dalla morte. 

Se i chiamati all’eredità hanno già accettato l’eredità sono responsabili e, comunque, hanno la legittimazione attiva ad avviare ricorsi in caso di vizi della cartella.

  • Lettera indirizzata agli eredi nell’ultimo domicilio del defunto entro un anno dalla morte ma ricevuta da chi ha rinunciato all’eredità.

Chi ha rinunciato all’eredità può anche ricevere la lettera del defunto ma non è tenuto a pagare alcuna somma in essa richiesta. Egli infatti non succede nei debiti del de cuius, non almeno fino a quando non abbia fatto l’accettazione (anche se con beneficio di inventario). Ad esempio, un familiare rinunciante che riceve una cartella esattoriale o una multa per conto del defunto non è tenuto a pagare gli importi ingiunti neanche se accetta la raccomandata dal postino.

  • Lettera indirizzata ai presunti eredi al proprio indirizzo dopo un anno dalla morte. 

Anche chi non ha ancora deciso se accettare o meno l’eredità, ed è pertanto in attesa di farlo, può accettare la corrispondenza del defunto ma non è ugualmente tenuto a pagare. Egli infatti non è ancora considerato “erede”: tale stato si assume solo con l’accettazione dell’eredità. Ed è da questo momento del resto che si risponde dei debiti del de cuius.

Accettare una raccomandata per conto del defunto equivale ad accettazione tacita di eredità ?

L’accettazione della corrispondenza per conto del defunto non si considera un atto di accettazione tacita della sua eredità. Pertanto, chi riceve una raccomandata o una cartella di pagamento da parte del postino – firmando il relativo registro – ben potrà, in un momento successivo, rinunciare all’eredità. Lo potrà fare però sempre che non faccia scadere i termini.

Ricordiamo che i termini per rinunciare all’eredità sono:

  • per chi non possiede uno o più beni ereditari:10 anni;
  • per chi invece ha il possesso di uno o più beni del defunto (si pensi al convivente o a chi vive in una casa del defunto ricevuta in prestito): ci sono 3 mesi per redigere l’inventario e 40 giorni successivi per comunicare l’accettazione o la rinuncia. In caso di mancato rispetto di tali termini, il soggetto si riterrà erede a tutti gli effetti e non potrà più rinunciare all’ eredità.

Si può rinunciare all’eredità dopo aver ricevuto una cartella esattoriale? 

Come chiarito dalla Cassazione con la sentenza n. 10387/2022 del 31 marzo 2022, senza la prova del possesso dei beni ereditati, che deve fornire il fisco, non scatta l’accettazione presunta dell’eredità.

È illegittima, dunque, la cartella di pagamento agli eredi del de cuius anche se la rinuncia è avvenuta dopo la notifica della cartella.

La predetta sentenza ha statuito il seguente principio “Il chiamato all’eredità, che abbia ad essa rinunciato, non risponde dei debiti del de cuius, in quanto la rinuncia ha effetto retroattivo ai sensi dell’art. 521 c.c., senza che, in ragione di ciò, assuma rilevanza l’omessa impugnazione dell’avviso di accertamento notificato al medesimo dopo l’apertura della successione, stante l’estraneità di detto chiamato alla responsabilità tributaria del de cuius. Il chiamato rinunciante, di conseguenza, è legittimato a far valere la circostanza della rinuncia anche in sede di opposizione alla cartella di pagamento

E’ bene controllare se quanto sostenuto dal fisco è regolare ed in questo caso, se hai ricevuto un avviso di accertamento o una cartella di pagamento a nome del defunto, contatta il nostro studio al fine di valutare la soluzione più opportuna.

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3 commenti su “Chi deve pagare i debiti tributari del defunto?”

  1. Pingback: Annullare multe o sanzioni al Codice della Strada – E’ possibile   - Studiolegalealessi.it

  2. Salve avvocato,ho letto che gli eredi non possono ritirare una raccomandata indirizzata al defunto..ma se per errore lo fanno cosa succede? Ancora non è stata nemmeno fatta accettazione di eredità

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