Agenzia delle Entrate – Riscossione è stata condannata a pagare il danno subito dal contribuente per l’attività di riscossione posta in essere illegittimamente.
Il Caso
In genere non pubblichiamo singoli casi trattati dal nostro studio ma, in questo caso, il contribuente, nostro cliente già da anni, è stato RISARCITO non soltanto delle spese legali ma anche del danno subito per un’attività posta in essere dal concessionario della riscossione.
Il contribuente aveva ricevuto una intimazione di pagamento per il presunto mancato pagamento di contributi INPS. L’intimazione di pagamento prelude l’avvio di un’azione esecutiva. Ne abbiamo già parlato in altro articolo sul nostro sito, ecco qui il LINK.
Tuttavia le cartelle di pagamento e gli avvisi di addebito portati dall’intimazione erano già stati ANNULLATI integralmente con altro giudizio dinanzi il Tribunale sezione Lavoro.
Il nostro studio ha, quindi, avviato ricorso avverso l’intimazione notificata chiedendo sia l’annullamento dell’intimazione ma, soprattutto il risarcimento del danno ex art. 96, co. 3 c.p.c. ed ex art. 59, d.p.r. 602/1973 per la temerarietà della condotta tenuta dal concessionario.
Ebbene, il Tribunale di Marsala, sezione Lavoro con la sentenza n. 203/2023 del 23.03.2023 ha accolto il ricorso condannando il concessionario della riscossione e l’INPS a corrispondere al contribuente una somma in via equitativa a titolo di danno subito.
In particolare il Giudice del Lavoro ha affermato che “….la condotta posta in essere da entrambi i resistenti appare oltremodo lesiva dei legittimi interessi di parte ricorrente: basti qui evidenziare che entrambi gli odierni opposti hanno rivestito la posizione di parti processuali nei giudizi definiti con le sentenze invocate e, dunque, entrambi a conoscenza (circostanza peraltro non oggetto di contestazione alcuna) dell’avvenuto annullamento dell’intimazione di pagamento oggetto del procedimento definito con sentenza …… del Tribunale di Trapani……..La temerarietà delle difese articolate da entrambi i resistenti nel presente giudizio (destituite di alcun fondamento, contrarie alle normative applicabili, oltre che ai pacifici orientamenti giurisprudenziali, sconfessate dai documenti prodotti dalle stesse parti), consapevoli della parziale inesistenza del credito indicato nell’intimazione di pagamento, giusta sentenza passata in giudicato, l’una rimasta inerte, mantenendo attiva la pretesa creditoria ormai infondata, e l’altra agendo esecutivamente per un credito annullato, evidenzia la condotta colposamente gravatoria e pretestuosa, concretizzatasi inoltre nell’aver resistito in giudizio esponendo circostanze risultate inveritiere e tesi del tutto infondate.”
La sentenza in formato integrale la potete scaricare cliccando sul seguente LINK
La normativa
Quanto detto è opportuno per far comprendere come non sempre l’attività del concessionario della riscossione è perfetta ed a tutela del buon rapporto con il contribuente.
Il nostro studio è specializzato nel verificare se le cartelle iscritte a ruolo possono essere annullate.
Ai sensi dell’art. 59, d.p.r. 602/73 “Chiunque si ritenga leso dall’esecuzione può proporre azione contro il concessionario dopo il compimento dell’esecuzione stessa ai fini del risarcimento dei danni”.
Ciò significa che se il concessionario ha posto in essere una esecuzione (Fermo amministrativo, Ipoteca, Pignoramento presso terzi) illegittimamente, può essere condannato a pagare una somma a titolo di risarcimento del danno.
Rimedi e ricorsi
Se ti è stata notificata una intimazione di pagamento o una cartella giò annullata o presumibilmente prescritta devi sapere che potrebbe essere annullata e ciò per vari motivi.
Se invece, non procedi ad alcun ricorso entro 30 giorni dalla ricezione o non procedi al pagamento, Agenzia delle entrate – Riscossione sarà legittimata a procedere con le azioni di recupero coattive previste dalla legge:
- Fermo Amministrativo
- Ipoteca Legale
- Pignoramento presso terzi
Ovviamente per capire se sussistono i presupposti per impugnare le cartelle di pagamento ed essere sicuri di vincere il ricorso è opportuno effettuare una valutazione ex ante che lo Studio Legale Alessi è capace di fare.
La superiore verifica potrà essere effettuata GRATUITAMENTE contattandoci e ti consiglieremo nel modo migliore quale soluzione prendere e quali ricorsi, eventualmente, proporre.
E’ sempre bene controllare se quanto sostenuto dal fisco è regolare ed in questo caso, se hai ricevuto un’ordinanza ingiunzione, contatta il nostro studio al fine di valutare la soluzione più opportuna.
Per i Comuni e gli enti locali dobbiamo distinguere se la riscossione delle imposte locali (IMU, ICI, TARSU, Sanzioni) ma anche per le sanzioni al Codice della Strada (MULTE) elevate dalla Polizia Municipale è svolta direttamente dall’ente locale tramite le ingiunzioni di pagamento o il servizio è stato delegato ad un concessionario della riscossione.
Oggi mi sono accorta che mi hanno bloccato il conto per sanzioni multe non pagate. Solo che io non sono mai stato a trebisacce che non so neanche dove è. Addirittura 4 multerei per un pignoramento di 3770 euro. Sono impazziti
Può inviarci su info@studiolegalealessi.it la copia del pignoramento così da farlo sospendere.